“Lavoratori e lavoratrici lasciati dopo un anno di lavoro e già in regime di solidarietà senza Premio di Risultato, costretti dall’azienda ad una programmazione forzata di permessi retribuiti individuali, pressioni sui turni con tutte le difficoltà nella conciliazione dei tempi di vita/lavoro, esternalizzazioni di attività, chiusura di settori al alta competenza tecnica come il centro di Supervisione – sono queste le reali condizioni in cui versano i dipendenti di Tim” – afferma Alessandra Tommasini Segretario Generale Slc Cgil Campania.
“L’arrivo del nuovo management avrebbe dovuto aprire per i lavoratori una stagione fatta di rilancio di Tim nel settore delle Telecomunicazioni, rilancio che, imprescindibilmente deve passare attraverso la valorizzazione delle competenze e della professionalità dei lavoratori “.
“Invece – aggiunge il Segretario Generale Slc Campania – stiamo assistendo ad un politica di taglio dei costi di cui ne hanno fatto le spese solo i lavoratori. È inaccettabile non ridistribuire a tutta la base la ricchezza prodotta e contemporaneamente assegnare premi ai manager. È un peggioramento delle condizione economiche e anche una questione morale”.
“Inevitabile che si andasse allo scontro – conclude Tommasini – con un’azione di lotta che partita unitariamente con gli altri sindacati presenti in Tim e poi proseguita solo dalla Slc.
E già dai primi giorni di sciopero sono stati evidenti segnali da parte di Tim di grande preoccupazione per le azioni messe in campo.
Riteniamo che i lavoratori di Tim abbiano già pagato abbastanza le scelte sbagliate messe in campo dalla dirigenza aziendale precedente ma anche attuale a partire dall’ ultimo accordo sulla solidarietà che la Slc non ha mai sottoscritto”.