Sebastiano Cultrera – Sabato scorso, la sala consiliare β€œVittorio Parascandola” si Γ¨ trasformata in un luogo di incontro tra passato e presente, tra teatro, letteratura e la forza evocativa dell’isola di Procida. Al centro della serata, la rappresentazione della piΓ¨ce teatrale ispirata al racconto di Silvia Grossi, β€œL’isola di Elsa”, un testo giΓ  candidato al Premio Strega 2025, che ha saputo incantare il pubblico con una narrazione ricca di suggestioni e profonditΓ .

La scelta della sala consiliare non Γ¨ casuale: Vittorio Parascandola, storico sindaco di Procida, Γ¨ stato il promotore della prima edizione del Premio Letterario Procida-Elsa Morante, istituito pochi mesi dopo la morte della scrittrice nel 1985. Questo premio letterario, oggi di grande prestigio, ha consolidato il legame tra Elsa Morante e l’isola che l’ha ispirata per il capolavoro β€œL’isola di Arturo”, vincitore del Premio Strega nel 1957.

La serata Γ¨ stata introdotta dagli interventi del Sindaco di Procida, Dino Ambrosino, dell’Onorevole Chiara Braga e del delegato alla cultura Michele Assante del Leccese, che hanno sottolineato l’importanza di mantenere vivo il legame culturale e letterario con Elsa Morante e con i simboli che rendono Procida un luogo unico nel panorama letterario italiano.

La piΓ¨ce teatrale, arricchita da un allestimento coinvolgente, ha visto in scena Silvia Perosino (nel ruolo della β€œscrittrice che non sapeva scrivere”), Paola Sperati (nei panni di Elsa Morante e Graziella) e Serena Curtosi (la ragazzina bionda). La narrazione Γ¨ stata accompagnata dalle musiche dal vivo di Roberto Piccoli alla chitarra e Silvio Tognola al sax, che hanno aggiunto una dimensione sonora capace di amplificare le emozioni del pubblico.

Il racconto di Silvia Grossi si muove tra realtΓ , immaginazione e letteratura, mettendo in gioco due simboli fondamentali della Procida letteraria: Graziella, l’eroina del romanzo di Alphonse de Lamartine, e Arturo, l’adolescente nato dalla penna di Elsa Morante. La trama si sviluppa attraverso il confronto tra la β€œscrittrice che non sa piΓΉ scrivere” ed Elsa Morante, che appare nei suoi sogni. È un dialogo intenso, in cui emergono le inquietudini creative e personali di chi scrive, ma anche la forza curativa della letteratura.

Nel corso della narrazione, Graziella, simbolo dell’adolescenza e delle sue fragilitΓ , si confronta con la lettura de β€œL’isola di Arturo”, trovando in essa risposte e conforto per affrontare le sue angosce. La lettura del romanzo diventa un momento catartico, capace di restituire alla ragazza uno scopo e una nuova consapevolezza del suo ruolo.

Tuttavia, il vero protagonista della serata Γ¨ rimasto sullo sfondo per poi emergere con tutta la sua potenza: l’isola di Procida. È lei a guidare i destini dei personaggi e a intrecciare i fili delle loro storie. PiΓΉ che semplice ambientazione, Procida diventa il cuore pulsante della narrazione, un’entitΓ  viva e potente che attrae, modella e ispira. Come β€œpersonaggi in cerca di autore”, i protagonisti trovano nell’isola il loro narratore, colui che li conduce verso la comprensione di sΓ© e del mondo che li circonda.

L’allestimento teatrale ha saputo rendere ancora piΓΉ tangibile il legame tra i personaggi e l’isola. Le suggestioni plastiche e drammatiche di Procida hanno avvolto gli spettatori, trasportandoli in una dimensione in cui la forza magnetica del luogo diventa protagonista. La frase finale della piΓ¨ce, β€œNon sono gli scrittori a fare le storie, ma sono le storie a decidere quando uscire dalla penna”, Γ¨ un omaggio alla potenza delle narrazioni e alla capacitΓ  della letteratura di vivere oltre il tempo e lo spazio.

La serata si Γ¨ rivelata un omaggio intenso e partecipato a Elsa Morante, a Silvia Grossi e alla straordinaria vitalitΓ  culturale di Procida. Un evento che ha saputo intrecciare passato, presente e futuro, lasciando nel pubblico la consapevolezza che le storie, come l’isola di Procida, hanno il potere di tracciare la strada ai loro protagonisti.

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