Napoli – LunedΓ¬ 31 marzo, alle ore 10:00, l’atrio della Scuola Secondaria di primo grado dellβI.C. “I C.D. – Capraro” di Procida, ospiterΓ un evento di grande valore educativo e civile: “Il coraggio da raccontare. Storie di mafia. Ricordando Pio La Torre e Cesare Terranova“.
Lβincontro, fortemente voluto dalle docenti Pina De Rubertis e Annalisa Coppola, con il sostegno della Dirigente Scolastica Rossella Salzano, vedrΓ la partecipazione di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, e Francesca Terranova, nipote di Cesare Terranova. A moderare il dibattito sarΓ Gabriele Santoro.
L’iniziativa nasce con lβobiettivo di sensibilizzare i giovani sull’importanza della legalitΓ e della lotta alla criminalitΓ organizzata, attraverso il ricordo di due figure che hanno dedicato la propria vita alla giustizia e al contrasto del potere mafioso.
Chi erano Pio La Torre e Cesare Terranova?
- Pio La Torre, politico, sindacalista e segretario regionale del Partito Comunista Italiano, Γ¨ stato uno dei protagonisti della battaglia contro la mafia. Suo Γ¨ il merito di aver promosso la legge sulla confisca dei beni mafiosi, uno strumento legislativo fondamentale ancora oggi nella lotta alla criminalitΓ organizzata. La sua azione politica e il suo impegno gli costarono la vita: venne assassinato il 30 aprile 1982 a Palermo, insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo.
- Cesare Terranova, magistrato e parlamentare, fu tra i primi a comprendere e contrastare il fenomeno mafioso in Sicilia. Durante la sua attività di magistrato, istruì processi contro esponenti di spicco di Cosa Nostra, mettendo in evidenza i legami tra mafia, politica e imprenditoria. Il suo impegno gli costò caro: venne assassinato a Palermo il 25 settembre 1979, insieme al maresciallo Lenin Mancuso.
Entrambi hanno pagato con la vita la loro determinazione nel combattere la mafia, lasciando un’ereditΓ morale e giuridica che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento nella lotta alla criminalitΓ organizzata.
Lβincontro sarΓ un momento di riflessione per gli alunni delle classi terze della scuola, che avranno lβopportunitΓ di ascoltare direttamente le testimonianze dei familiari di La Torre e Terranova. Franco La Torre e Francesca Terranova racconteranno non solo il coraggio e lβimpegno dei loro cari, ma anche il peso della memoria e della responsabilitΓ di portare avanti il loro esempio.
Lβevento sarΓ unβoccasione per approfondire il significato della legalitΓ , della giustizia sociale e dellβimportanza di non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie. Attraverso il dialogo e il confronto, gli studenti potranno comprendere che la mafia non Γ¨ un fenomeno lontano nel tempo o nello spazio, ma una realtΓ che riguarda tutti e che puΓ² essere combattuta con la cultura, la consapevolezza e lβimpegno civile.
Lβiniziativa promossa dallβIstituto “I C.D. – Capraro” si inserisce in un percorso educativo piΓΉ ampio, che mira a formare cittadini consapevoli e responsabili. La scuola, infatti, ha un ruolo fondamentale nella trasmissione della memoria storica e nella diffusione di valori come il rispetto delle regole, la giustizia e la partecipazione attiva alla vita democratica.
Come abbiamo più volte sottolineato, anche sulle pagine di questo giornale, è essenziale che le nuove generazioni conoscano la storia di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la giustizia. Solo così il loro sacrificio non sarà stato vano e il coraggio di raccontare diventerà una responsabilità collettiva. La memoria non è solo un dovere nei confronti di chi ha lottato per un mondo migliore, ma anche uno strumento fondamentale per costruire un futuro più giusto, in cui i valori di legalità e responsabilità possano radicarsi profondamente nella società .
Lβincontro del 31 marzo – dunque – rappresenta unβopportunitΓ preziosa per ricordare, riflettere e sviluppare una coscienza critica nelle giovani generazioni. La mafia non Γ¨ solo un fenomeno criminale, ma un sistema che si alimenta dellβomertΓ , della paura e dellβindifferenza. Per questo motivo, la lotta contro la criminalitΓ organizzata non puΓ² limitarsi alle sole operazioni delle forze dellβordine o allβapplicazione delle leggi: essa deve passare anche attraverso la cultura, lβeducazione e la memoria. Parlare di mafia, raccontare le storie di chi ha avuto il coraggio di opporsi, significa rompere il silenzio e instillare nelle nuove generazioni il senso di responsabilitΓ e di impegno civile.
Ogni giovane deve comprendere che ognuno, nel proprio piccolo, puΓ² essere parte del cambiamento. Non serve essere magistrati, giornalisti o forze dellβordine per contrastare la criminalitΓ organizzata: si puΓ² fare la differenza anche nelle scelte quotidiane, nel rifiutare la corruzione, nel denunciare le ingiustizie, nel promuovere una cultura della legalitΓ . Solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza possiamo costruire un futuro in cui il coraggio e la giustizia non siano solo parole, ma valori concreti da difendere ogni giorno.
Dobbiamo trasmettere ai giovani lβidea che la lotta alla mafia non Γ¨ un compito che riguarda solo alcuni, ma un impegno collettivo. Ogni gesto di responsabilitΓ , ogni scelta etica, ogni parola di veritΓ contribuisce a indebolire il potere della criminalitΓ organizzata. La mafia teme la scuola piΓΉ della giustizia, perchΓ© un popolo consapevole, istruito e capace di pensare con la propria testa Γ¨ un popolo che rifiuta il compromesso e lβillegalitΓ .